Tel: 389.9138008 | 335.1257449 - Email: info@studiopsicheos.it

“A scuola non ci voglio andare!”

Come aiutare il bambino a superare l’ansia da rientro in classe.

La ripresa scolastica è vicina e voi genitori siete felici che i vostri figli potranno a breve ritrovare i loro affetti, le loro amicizie, i loro insegnanti e riprendere, si spera serenamente (dopo 2 anni a dir poco particolari) a frequentare le lezioni. 

Come qualsiasi evento però può nascondere delle insidie. Pensavate che tutto filasse liscio e invece vostro figlio ha iniziato a dire frasi come “Io a scuola non ci voglio tornare” “E se non mi trovassi più bene con i miei compagni?” “E se non ci fossero più le stesse cose dell’anno scorso?”. Cari genitori non vi preoccupate, può succedere. I bambini sono esseri routinari e l’estate spezza questa routine. A maggior ragione ci ritroviamo a causa della pandemia a vivere un momento storico in cui nulla può essere programmato o organizzato e questo per i bambini è estremamente destabilizzante.  

È dunque importante accompagnarli in queste montagne russe emotive permettendogli di esprimere al meglio le loro ansie e preoccupazioni circa la ripresa scolastica. 

Non sarà dunque utile sminuire il problema o peggio ancora sgridare il bambino che manifesta disagio nel riapprocciarsi con la scuola; sarà invece molto più funzionale permettergli di dichiarare apertamente ciò che sente. Le risposte valide possono essere ad esempio Mi sembri molto preoccupato! Ti capisco, anche a me succedeva al rientro dalle vacanze” oppure “Mi sembri molto preoccupato, cosa pensi possa succedere?” “Probabilmente anche i tuoi compagni hanno le tue stesse preoccupazioni”. 

Tutti i bambini impattano fortemente con la ripresa della scuola ma I bambini tendenzialmente ansiosi sono quelli che risentiranno di più dello stravolgimento quotidiano. L’ansia come sempre va accolta e il compito di un genitore è quello di essere a volte un “contenitore” di questa. Come farlo? Attraverso l’ascolto attivo di ciò che il bambino prova. Non sono capricci e non è a rischio di abbandono scolastico, semplicemente ha paura. Per questo un atteggiamento empatico e accogliente è spesso la pozione magica che risolve queste difficoltà. 

È utile dunque: 

  1. Accogliere l’emozione che il bambino sta esprimendo (anche se a volte non lo fa in maniera diretta ma attraverso i comportamenti. 
  2. Empatizzare ovvero far capire al bambino non solo che capite come si sente ma anche che quell’emozione è ammessa, compresa e condivisa con altri. 
  3. Aiutarlo a riflettere e a fantasticare (proprio cosi) immaginando insieme le situazioni negative che teme di incontrare una volta rientrato a scuola. 
  4. Sostenere. Ricordargli sempre che in ogni caso voi ci sarete e sarete pronti a sostenerlo se dovesse mai incontrare delle difficoltà. 

Questo atteggiamento risulta essere il più adeguato in caso di disagio nel rientro dalle vacanze e nella ripresa scolastica. Come anche per le attività lavorative nel caso degli adulti questi sono stati transitori che si dovrebbero risolvere nell’arco di qualche giorno, massimo qualche settimana. Se l’ansia scolastica dovesse invece persistere più a lungo bisogna iniziare a valutare se rivolgersi a dei professionisti del settore. In tal caso infatti vorrebbe dire che il disagio è da ricercare in qualcosa di più rispetto al semplice “disorientamento post vacanze” e da affrontare con l’aiuto di uno specialista. 

Buona ripresa a voi tutti bimbi e genitori! 

Dott.ssa Chiara Salè, Psicologa e Psicoterapeuta